In questi giorni stiamo sboccando il primo Millesimato dei fratelli Camossi.
Come molti già sapranno (perché non si possono mantenere certi segreti, o almeno, io non riesco…) tra gli ultimi giorni di marzo o i primi di aprile (post-Vinitaly) consegneremo questo vino.
Qualcuno di voi ha già avuto modo di degustarlo in uno dei miei deliri da “sboccatura al volo” (a proposito: ci siamo dotati di attrezzo!) e addirittura ha voluto prenotarlo. Una dimostrazione di grande fiducia della quale vi siamo molto grati.
Quello che forse non vi ho detto è che questo vino, per i fratelli Camossi e per TerraUomoCielo, ha una duplice valenza. Infatti, oltre a ricordare il primo Franciacorta prodotto dall’azienda nel 1996, quindi sarà “celebrativo” per il decimo anniversario, vuole anche esprimere un concetto che per i Camossi, per Nico e per me, è un punto cruciale.
Questo Extra Brut 2006 nella sua composizione è un 70% di chardonnay e 30% pinot nero.
L’Extra Brut 2007 che uscirà nel 2011 è solamente chardonnay e il 2008 ancora diverso, così come lo sarà il 2009. Questo vino ha nella sua concezione l’etica dell’azienda.
Essendo non solo un millesimato, bensì quello che i Camossi e noi riteniamo essere il migliore (per ora) di tutta la produzione, abbiamo deciso che ogni anno dobbiamo utilizzare il meglio a nostra disposizione per comporlo: la miglior uva, la miglior particella del vigneto, le migliori “basi”. Un concetto quasi disorientante nella logica interpretativa che conosciamo, ma che ci consente un ventaglio di scelte molto ampio per identificare ciò che per noi rappresenta l’eccellenza. Ogni anno l’Extra Brut Millesimato sarà ad appannaggio delle nostre preferenze viziate da ciò che la natura saprà offrirci in ognuna delle tre differenti zone nelle quali i Camossi coltivano la vite.
Non vogliamo certo rivendicare la paternità di questa cosa, ma semplicemente raccontare cosa facciamo, cosa fanno i fratelli Camossi.
Saw your wine mentioned on the Do Bianchi blog. Would love to try your Camossi Franciacorta!
Assaggiare, degustare, soprattutto bere: a quando?
Sono felice che il signor Jeremy Parzen abbia apprezzato il Rosè dei fratelli Camossi, visti peraltro ieri e conversato piacevlmente sui progetti futuri della loro azienda, definendolo uno dei migliori “champagne-method wines” italiani ma che c’azzecca prendersela con Zaia
“xenofobo e razzista” ministro italiano reo di aver incoraggiato il consumo di bolle italiane? Io bevo quel mi pare e quel che ritengo buono, non necessito di consigli governativi e tantomeno di quelli che ritengono uno sport interessante insultare (dall’esterno) i componenti del governo italiano in un blog dedicato al vino.