Tra Viaggio e Fotografia: Il Vino di Francesco Orini

“Le cose fatte con il cuore, vengono decisamente meglio.”

È terminata così, la telefonata con l’amico Francesco Orini, a coronamento di una tre giorni intensa, quanto emozionante. E’ arrivato lunedì mattina alle dieci e come punto d’incontro il solito parcheggio del cimitero di Gussago. Quattro parole sul mio “Dopo Arezzo” e sul suo viaggiare e vivere nel Camper. Poco dopo sono giunti Giovanni e Serena e prima che arrivassero, Orini ha ritenuto opportuno ricordarmi il grado coniugale dei due. Milanesi d’adozione, almeno lui, che giustamente va fiero del suo sangue siculo, che hanno deciso di cambiare vita, lasciando la capitale lombarda per aprire, a breve, “Le Boudoir” a Senigallia. Appassionati e certamente persone di cuore. Comunque, li terremo d’occhio, visto che andrò a presentare una mostra fotografica che Francesco esporrà nel loro locale._DSF2960

Francesco sta girando l’Italia intervistando e fotografando i contadini, protagonisti del mondo del vino. Nel suo progetto un libro racconto di questa poetica avventura.

Tre giorni di progetti, chiacchiere e di qualche bottiglia stappata come richiede d’obbligo una buona amicizia. Una cena allo Scultore dove Federico è artefice di un’originale interpretazione della cucina bresciana, utilizzando materie prime reperite in provincia, come la splendida salsiccia di cappone castrato della Valle Camonica di Vanni Forchini -maestro nel violino di capra- con peperonata. Un piatto davvero emozionante ed evocativo della vera cucina di casa di una volta, che noi, abbiamo deciso di abbinare con un millesimato 2004 di Andrea. Davvero perfetto, una di quelle bottiglie che io definisco “felici” per via dei problemi di tappo che ogni tanto si possono riscontrare. La serata è poi terminata con una bottiglia di Barolo Pernanno 2001 di Cascina Bongiovanni in quel di Castiglione Falletto. Un vino davvero generoso nella sua ancora scorbutica giovinezza.IMG_0001

Un giro al Castello di Brescia per rubare qualche scatto prima di un aperitivo in compagnia di Laura, per raccontarsi ancora e per “dare fiato” a un’altra bottiglia. Giorni splendidi che probabilmente saranno ricordati quando si comincerà ad avere un po’ di carne attaccata alle ossa delle nostre idee, in attesa che la prossima primavera, Francesco esponga alcune delle sue fotografie a Brescia intervistando qualche personaggio.Per ora solo un saluto, prima di lasciarci con il pensiero che con il cuore, si possano davvero fare grandi cose.

Buon viaggio. Il 7 novembre sarò ospite viaggiatore di quel camper.

P.S. solo la prima fotografia è di Francesco e immortala un daino nel vigneto di Paratico dei Camossi.

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3 risposte a "Tra Viaggio e Fotografia: Il Vino di Francesco Orini"

  1. Innanzitutto complimenti e auguri per il suo progetto a Francesco Orini che mi piacerebbe prima o poi ospitare nelle pagine di Terre. Poi un grazie a Giovanni per aver parlato di un piatto e di un prodotto che mi sta particolarmente a cuore e che, nel suo inserimento tra le intelligenti proposte dello Scultore, ha visto un mio piccolo contributo nel far conoscere Federico e Vanni, persone che godono (se mai interessasse …) della mia stima e affetto.
    Una doverosa precisazione però, la salsiccia di castrato (i volatili non hanno alcun merito nella sua preparazione) è un insaccato camuno a De.Co. nei comuni di Berzo Inferiore, Cividate Camuno e Malegno (non Breno che vanta tuttavia una grande tradizione) dove viene preparata partendo da carne degli ovini castrati, brodo ottenuto dalle ossa degli stessi e spezie. Di questa salsiccia esisteva una splendida interpretazione ad opera di Battista Bonetti detto “Gühet” che carico di anni e acciacchi ha chiuso tempo fa la sua macelleria a Berzo Inferiore senza lasciare alcun erede diretto di quel gioiello: attualmente la macelleria Serafino Bonetti (non parenti e sempre a Berzo) ne fa una buona versione ma spiace che parte di questi patrimoni, tali li giudico, si perdano nel silenzio assordante della nostra civiltà.

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