La vendemmia 2009 in Franciacorta: ecco com’è andata.

Con questo post voglio dare inizio ad un “rito”. Infatti, dalla vendemmia 2009, ogni anno (voglio essere ottimista) pubblicherò le considerazioni di Davide Camoni relative all’andamento della vendemmia, prendendo spunto dai dati tecnici relativi le maturità delle uve e le analisi dei parametri delle stesse, nelle varie zone del territorio. Davide, che io chiamo Davidone per via della sua “ingombrante” mole di bontà, è il responsabile del laboratorio di analisi e di consulenza enologica “Enoconsulting” di Rovato.

G.A.


Dato che per professione “do i numeri”, cedo alle richieste di Giovanni Arcari per commentare un po´ tra le righe (dei certificati che mi passano quotidianamente tra le mani) i numeri di questa vendemmia 2009, con le impressioni che ho potuto percepire tra i miei colleghi, tra gli enologi franciacortini e tra tutti i produttori che ho avuto occasione di incrociare negli ultimi tre mesi.

Ne approfitto per tirare le somme assieme a chi vuole dir la sua.laboratorio%20scientifico

Non cederò, come mia abitudine, a ubriacare il mio interlocutore con statistiche, tendenze, medie… mi sforzerò di menzionare pochi valori significativi con il tentativo di individuare i possibili sviluppi di quest´annata enologica, dati alla mano.

A bruciapelo, penso che probabilmente mi ricorderò dell´annata 2009 come “l´annata degli estremi”: la ventosità, le ore di illuminazione, gli sbalzi termici, la forma di allevamento e le alternanze termiche giorno /notte non hanno mai amplificato così notevolmente le maturazioni come quest´anno. Ho osservato dei modelli di maturazione ripartiti regolarmente da Sud-Ovest (Cologne, Coccaglio, Rovato) a Nord-Est(Ome, Monticelli Brusati); una distribuzione da manuale tra le maturazioni dei vigneti giovani, già pronti ad esser raccolti nella prima decade di agosto, e vigneti vecchi, con forme di allevamento più adagiate, pronte da previsione solo a fine mese; e ho constatato una netta differenza in termini analitici tra i vigneti posti in pianura e quelli in zone più ombreggiate e collinose.

Non pensavo, prima di questa vendemmia che potessero svilupparsi in una zona così minuta come la nostra, differenze così enormi nelle maturazioni dell´uva. Il freddo inverno, l´alternanza termica giorno – notte dei tiepidi mesi primaverili ed estivi hanno sicuramente favorito metabolismi secondari connessi con la produzione aromatica, influenzato lo spessore della buccia e spostato inaspettatamente la ripartizione “acidica” sull´acido malico fino a inizio agosto. Il livello di potassio è stato per tutto il periodo vendemmiale mediamente inferiore di ben 320 ppm (circa il 22% in meno!) rispetto all´anno precedente. Questo parametro influirà il livello di finezza delle basi spumante.

A questo si aggiunga che fino a metà agosto non vi sono stati grossi problemi dello stato sanitario delle uve e solo poche, marginali, zone sono state colpite da grandine. A metà agosto l´inversione di tendenza: il caldo insopportabile con i 40°C di giorno (e i 30 di notte) hanno dimezzato in una settimana il tenore di acido malico, sceso in alcuni casi al di sotto di 1 grammo/litro! Sono stati visualizzati fenomeni di bruciatura dei grappoli, soprattutto nei vigneti più esposti e con verde eccessivamente diradato. Coloro che non sono riusciti a mantener basse le temperature dei mosti appena pressati si cono confrontati con fenomeni di ossidazione.

Fortunatamente il potassio anche in questa fase è rimasto al di sotto dei livelli dell´anno scorso, tamponando se pur marginalmente gli effetti indesiderati del caldo eccessivo. Si può semplificare, concludendo, che le uve raccolte dal 15 al 21 agosto sono quelle che hanno risentito nel bene e nel male degli stress metabolici della pianta.

Nella terza decade di agosto sono stati vendemmiati i vigneti posti a nord-est della Franciacorta, più ombreggiati e freschi i quali, tutto sommato, hanno risentito meno del periodo eccessivamente caldo conservando una buona quota di acido malico, anche al di sopra dei 3 grammi / litro anche quando l´acidità totale, complice il basso tenore in potassio, non era eccessivamente alta.  Alcuni agronomi mi hanno suggerito anche un fortissimo cambiamento nell´attitudine alla spremitura tra le uve raccolte prima del “grande caldo” e quelle raccolte immediatamente dopo. Gli acini, prima “pieni,” si sono leggermente concentrati per evaporazione, e la resa a quintale è diminuita sensibilmente. Alcuni cantinieri mi hanno fatto notare una variazione in torbidità anche di 150-200 NTU dei mosti appena pressati.

Gli enologi si sono concentrati sul livello di acido malico e sul profilo aromatico, nettamente differente nei mosti ottenuti il 10 e il 20 agosto. A fine fermentazione alcolica la percezione aromatica sui due prodotti è stata ancora più evidente.

I produttori con i quali mi è capitato di confrontarmi sono mediamente soddisfatti, sia sulle rese, sia sullo stato sanitario di tutto il periodo della vendemmia e riconoscono una maggiore finezza delle basi spumante rispetto all´annata 2008, un buon tenore in acidità e un buon profilo aromatico.

A prescindere da ciò che un consumatore, un giornalista, un wine lover possa intendere per “buona annata” vorrei concludere che, secondo me, tra gli addetti ai lavori non è l´anno per lamentarsi.

I presupposti per una buona annata ci sono.

Buon Lavoro!

Davide Camoni

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9 risposte a "La vendemmia 2009 in Franciacorta: ecco com’è andata."

  1. decisamente un ottima annata con punte di eccellenza , il quinquennio dal 2005/ 2009 e’ stato piu constante con meno variabili del quinquennio 2000/2004 nel passato si e’ caratterizzata la vendemmia 2001 5 stelle ma le successive annate sono state molto altalenanti. a memoria d’uomo le annate a 5 stelle sono state anche un 1998 e un 1989 .

  2. Non sono un tecnico, ma da anni amo informarmi per compiere scelte piu’ consapevoli su quello che bevo.. Grazie per l’ottima disamina su questa vendemmia, non avevo mai posto la giusta attenzione sulle materie prime.. nè tantomeno credevo ci fossero tante variabili da considerare.
    Vorrei capire se l’enologo esalta le “alterazioni” che l’ambiente propone o se corregge le stesse per arrivare al risultato standard che ha in mente.

    Grazie.

  3. @ Kasanova: mai domanda fu più appropriata in questa sede, mi creda. Esiste l’enologo che cerca standardizzazioni, dettate anche dalla richiesta del produttore, oppure perché non è stato in grado di interpretare la vendemmia basandosi sui dati come quelli riportati in questo post e conseguentemente si ritrova a “rincorrere” lasciando per strada qualche pezzo importante. Esiste poi, quello che per indole e per profonda conoscenza della terra è in grado di esaltare tali peculiarità d’annata, facendo come natura vuole, adattando se stesso al vino e non viceversa, ossia, quello che questo progetto sta facendo insieme alle aziende che ne fanno parte.

  4. Non posso che unirmi al coro di complimenti e ringraziamenti per la disamina di Davide Camoni e ho trovato altrettanto precisa la risposta di Giovanni al post di Kasanova.
    Mi chiedo ancora una volta chi abbia mai inventato e deciso di proporre come modello imperante quello del raggiungimento di uno standard, che su una materia viva come quella del vino e dell’uva da cui deriva ha non pochi limiti.

  5. Noto con piacere che la vendemmia 2009 ha ampia visibilità sul web, bella iniziativa pubblicare i racconti della vendemmia, una cantina, nel Salento, ha raccontato la sua vendemmia con bellissime foto http://www.casteldisalve.com …per chi come me è profano nell’ambito è una vera ricchezza avere questo materiale a portata di click.

  6. Grazie per la risposta, ora ha un altro strumento per “leggere” le proposte degli enologi e delle cantine.
    Leggendo il post di Carlos che parla di vino e uva come materia viva, mi è venuto in mente un assaggio che ho fatto di recente, un rosso 100% Cannonau (Tenute Dettori, Tuderi 2003)che rende bene questa definizione.
    Me lo ricordo bene perchè non l’ho realmente apprezzato, anzi.. ma ho avuto forte il sentore di artigianalità, di un prodotto sincero e non artificiale: il prodotto non è filtrato nè chiarificato, richiamando così nella mia testa la materia prima piu’ da vicino.
    Se vi capita.. provate e ditemi cosa ne pensate.
    Ciao!

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