Sud, fuga dell’anima.
Dopo la notte trascorsa ad Ancona, sono ripartito alla volta dell’Abruzzo, esattamente a Semivicoli, frazione di Casacanditella in provincia di Chieti. Dal Conero sono risalito in direzione di Osimo, poi Macerata, Ascoli Piceno per giungere a Teramo e da lì la strada, che ben conosco, fino a Guardiagrele e Semivicoli. Campi perfettamente in ordine con i confini tracciati con minuziosa precisione. Colture di girasoli, mais e lavanda tanto da rendere le colline, un ondeggiante arcobaleno. In alcuni tratti tirava un vento, tale da farmi sbandare la vespa e in altri la calura stantia dell’asfalto nero mi pareva insopportabile. Ho passato due notti nello splendido Castello di Semivicoli restaurato con coscienza, in grado di trasudare la storia con incredibile veridicità. Nella serata di lunedì un bellissimo aperitivo nel giardino del castello, dal quale si vede tutto l’Abruzzo, con i vini di Luigi Valori e con il brut di Camossi ad accompagnare un duo jazz. Tanta gente e molti amici che non vedevo da qualche tempo a dar manforte al pensiero che la mia seconda casa sia davvero l’Abruzzo. La giornata successiva l’ho dedicata al lavoro, facendo degustare i vini di Andrea Arici oltre a quelli di Camossi e Cantrina, all’amico Rocco. La sera mi sono regalato una cena da Peppino a Villa Maiella. Tortello di burratina allo zafferano sopra a ogni cosa, “innaffiando” il tutto con una bottiglia di Fiano di Avellino “Pietracalda” dei Feudi di San Gregorio 1999 e una di Balciana di Sartarelli sempre del 1999. Una bottiglia commovente, la prima, un vino notevolmente integro, vivo, incredibilmente bilanciato e ricco. Il Balciana invece è risultato meno complesso, probabilmente un problema di quella bottiglia, molto etereo e poco accattivante sia al naso che in bocca. Da Peppino si possono trovare annate importanti di alcuni tra i migliori vini d’Italia e Francia. Mi sono fermato al Castello anche la notte successiva. E’ un posto magico, nella mia stanza un piccolo camino antico a far da contrasto a un bagno modernissimo con una doccia fatta a modi chiocciola. Il soffitto è un volto a crociera e dalla finestra si può scorgere il Gran Sasso e “la bella addormentata”. La sera successiva ho cenato con pesce fresco a “la Foce”, sulla costa dei trabucchi, vicino Vasto e dormito all’hotel “Punta dell’Est” del simpatico Michele a Francavilla, proprio al mare. Ho stappato una bottiglia di Cerasuolo di Edoardo Valentini 2007. Un vino come sempre controverso, difficile da interpretare fatto di tante cose che mi piacciono e altre che invece non sopporto, ma pur sempre un vino importante nella sua voluminosa struttura.
Nel segno delle fiabe, tra castelli, castellane e poetesse, si è svolta la mia permanenza in quelle terre. Due importanti incontri hanno saputo impreziosire il mio “soggiorno”. Eleonora Passaretti (ovvero la castellana), giovane e dinamica responsabile del Castello, laureata in agraria, vulcanica e volenterosa in progetti sociali e puntigliosa come solo una castellana sa essere, ma molto simpatica e intelligente. Bibiana La Rovere (ovvero la poetessa) ricca di quell’ironia spontanea e mai leziosa che amo tanto. Affascinante e profonda gestrice di parole che dalla sua penna diventano uno degli aspetti più profondi e controversi dell’arte, la poesia. Purtroppo venerdì mattina il “cavaliere errante” con il suo ronzino deve lasciare la favola abruzzese per attraversare l’Italia e portarsi sulla costa ovest e cominciare la risalita…
P.S. Nella foto il tramonto dal giardino del castello.