L’altra sera al telegiornale, in occasione dei quarant’anni dello sbarco sulla Luna, ho sentito dire che in quella navetta e in tutte le apparecchiature utilizzate per far giungere un paio di persone a piantare una bandierina, nel luogo che è stato poi d’ispirazione per Gianni Togni, era racchiusa una tecnologia inferiore a quella di un attuale telefono cellulare. Ora che sto preparando lo zaino, questa frase mi è compagna. Dico, se questi con così “poca” tecnologia sono arrivati sulla luna, io con una Vespa e un Black Berry fino a dove diavolo mi posso spingere??? Bene, decido così di limitare al minimo indispensabile il carico di vestiti, mentre, preparando, lo zaino sono alle prese con un Pinot Nero del quale scriverò prossimamente. Lo zaino è, naturalmente, un “Invicta Monviso 3” già utilizzato in avventure quali “Inter Rail” ‘93, giro dell’Adamello e delle Dolomiti ’98 in Vespa, giro d’Italia 2005 sempre in Vespa… in sostanza un cimelio. Ben 11 maglie di tre colori diversi, ma tutte della stessa marca, riportanti la scritta quasi inquietante “Cotone organico”. Un costume da bagno, uno scampolo che chiamo pareo, qualche paio di calze, mutande, infradito, un maglione di cotone, cerata da vela in due pezzi, un bermuda, un jeans d’emergenza, “All Star” ai piedi, Ray Ban d’ordinanza, mezzo sapone da bucato e il necessario per l’igiene. C’è tutto!
buon viaggio Donnie!
Grazie Giorgio! Se non sai che fare ti aspetto ad Arezzo. Tanto con la tua moto mi dai due giorni…