Esistono due modi per affrontare un’attività come quella della ristorazione, così come ne esistono due anche per chi produce vino. Il primo è quello di cercare di fare business, incuranti della storia, della cultura, della sperimentazione e del lavoro umano che sta nella creazione di un piatto piuttosto che di una bottiglia. Il secondo è invece l’opposto, ossia anteporre al mero guadagno (necessario, ci mancherebbe) la passione di comunicare la realtà delle cose, di sperimentare, di sudare con il fine di non disperdere, nel tempo futuro, quel bagaglio di storia e cultura che ci è stato trasmesso e che ci siamo costruiti. Io cerco di farlo nel vino, mentre Vittorio Fusari lo fa da tempo nella ristorazione. Ambasciatore, come nessuno, di quel territorio splendido che è la Franciacorta, conoscitore profondo e custode erudito del sapere delle genti e di quel patrimonio di nozioni che le stesse hanno a lui trasmesso. Quando si mangia da Lui non si trovano di certo le “cernie australiane”, ma bensì piatti elaborati con le materie prime provenienti dalla terra Sebina o tutt’al più dalla multiforme provincia bresciana. E’ ovvio poi che le mozzarelle arrivino dalla terra delle mozzarelle, così come il pesce di mare non può venire dal Garda, ma anche con prodotti “extra territoriali” riesce ad imprimere a fuoco la sua identità. Così, lo scorso mercoledì ero alla Dispensa per un aperitivo con paio di amici, quando il miglior acquisto che Vittorio potesse mai fare, ovvero Antonio Dacomo, mi chiese se il venerdì successivo fossi stato libero per una fugace visita sua, e di Vittorio, da Camossi. Naturalmente la corsa a liberarmi da qualche impegno è stata rapida. Arrivati verso le 15e30, giro di routine nella vigna di Paratico con degustazione di una paio di sboccature per tipologia di vino, prima di farmi “esplodere” in faccia, tre bottiglie sboccate “al volo” tra le quali quello che sarà, dal prossimo aprile, il millesimato Extra Brut. E’ bello confrontarsi e condividere le stesse idee con persone come Vittorio e Antonio, è una bella soddisfazione essere apprezzati da chi antepone il cuore a tutto il resto. Adesso però vi manca ancora la tappa da Arici e quella da Cantrina per scoprire gli attuali tre punti cardinali di TerraUomoCielo.
Eh eh, che bella foto, sulla destra il gatto e sulla sinistra la volpe (anche se ha tagliato la coda)! Bel quadretto, ma che piffero ci fa in mezzo l’orso bruno?!?!
Cercherò di recuperare
mmmm…. pero’ la Dispensa non mi ha entusiasmato, se hai tempo e voglia leggi sul mio post, mi interessa un confronto
ciao !!