Questa volta il comunicato stampa non me lo ha girato nessuno ma l’ho trovato da solo. Ecco per il secondo anno “Italia in Rosa” in quel di Moniga del Garda in provincia di Brescia (lo sottolineo nel caso qualcuno si chieda ancora, perché mi permetta si puntualizzare su alcune questioni come questa) manifestazione considerata dagli organizzatori “il massimo evento nazionale dedicato ai vini rosati, di tutte le regioni d’Italia”. Lo scorso anno ci sono stato e, a parte la calura, ho potuto degustare alcuni vini davvero interessanti e scoprirne di nuovi altrettanto singolari. Insomma positivo. Ma devo dire di aver seguito anche il talk show (quanto odio che venga “inglesizzato” tutto, anche cose che più italiane non si può!) , fatto da una bella carrellata di ospiti. Qualcuno ha detto cose interessanti, qualcuno divertenti, altri inutili e altri ancora, intelligenti. Tutti temi sfiorati e mai approfonditi nei pochi minuti a disposizione di ogni ospite. Così non sono davvero riuscito a togliermi dal cervello quella sensazione di sagra paesana, che questa manifestazione è riuscita a trasmettermi. Non per ultimo mi sono chiesto più volte a cosa possa servire ad un’azienda, partecipare ad una cosa del genere. Credo che l’idea di fondo sia buona ma che non sia stata gestita ed espressa in maniera consona, considerando il sempre maggior interesse che questa tipologia riscuote. Così qualche settimana fa ho ricevuto l’invito a parteciparvi con il Rosè Dosaggio Zero, di Colline della Stella. Quindi, nel rispondere a chi mi ha inviato la mail, ovvero il signor Bruno Donati, ringraziandolo per l’invito ma sostenendo che non vedevo come una manifestazione simile, per un’azienda come la nostra che produce solo 1500 bottiglie di rosè, potesse minimamente essere utile, lui di tutta risposta mi ha detto: “Signor Arcari, credo che l’insuccesso le abbia dato alla testa”. A prescindere dal fatto che quando si invita un vino ad una manifestazione, sarebbe opportuno conoscere il vino stesso e non puntare su un appuntamento al buio, in quanto potrebbe capitarti, invece di una gentil donzella, un lottatore di Sumo… Ma dico, che modo di rispondere è !? E poi, chi è questo che si permette certi modi nei miei confronti, mi sono chiesto con notevole giramento di palle!? Va beh, a parte le sterili polemiche che non servono a nulla mi chiedo piuttosto perché, interrogati in materia, alcuni produttori facenti parte del Consorzio Garda Classico patrocinante l’evento, inieme al comune di Moniga, lo scorso anno abbiano apprezzato le critiche, riconosciute dagli stessi costruttive, promettendo di mettersi in discussione per l’edizione seguente. Arrivati alle porte della seconda edizione, si può notare dal programma come di grosse differenze non ve ne siano state e che i consigli non siano stati nemmeno presi in considerazione, in quel silenzio epocale tipico del far finta di nulla. Eppure, le osservazioni mosse da Ziliani (leggi qui) mi sono parse molto intelligenti e mi sono sentito di farle mie cercando di far dialogare i produttori con lo Stesso. Per esempio la possibilità di avere qualche produttore di Tavel, che di rosati ne sanno qualcosa, per un costruttivo confronto tra culture diverse. Invece chi mi trovo? Un importatore di alcuni di quei vini della Provenza. Con tutto il rispetto naturalmente, in quanto Sarzi Amadè è un importatore storico e capace, ma credo non sia la stessa cosa. Mi spiace molto vedere una bella idea come questa essere gestita con sufficienza. Posso capire che nel mondo del vino possano esistere “acidi rapporti” tra un giornalista e l’altro, ma mi permetta Donati, a volte sarebbe più opportuno accantonare tali ruggini e cercare senza orgoglio in eccesso di ascoltare anche chi, magari a differenza sua, ha la possibilità di mezzi superiori per organizzare al meglio una manifestazione che si fregia di essere “il massimo evento nazionale dedicato ai vini rosati, di tutte le regioni d’Italia”. In quanto credo che maggiore è l’interesse che riesce a smuovere, maggiore sarà l’importanza che acquisirà la cittadina di Moniga che sovvenziona lei e l’evento, non che l’autorevolezza di un Consorzio come quello del Garda Classico, oltre a tutta la produzione di rosati d’Italia. Ma i produttori del Garda chiamati in causa, che ne pensano?
Gio, non posso che attendere la svolgimento della seconda edizione, per capire se sia andata meglio o peggio della precedente.
Certo è che io avevo partecipato attivamente all’organizzazione della prima, continuando poi a raccogliere le critiche e le opinioni e riportandole ad un primo “tavolo” di discussione comune, atto a gettare le basi di una seconda edizione possibilmente migliore del prototipo, per essermi poi allontanato -lo scrivo senza alcun accenno polemico, ma solo a descrizione dei fatti- dall’organizzazione dell’imminente edizione.
Eccesso di sufficienza il mio, o convinta fiducia nell’operato di chi organizza?
Più facilmente la risposta sta nell’unione delle due cose.
Comunque, preso atto della mia responsabilità non indifferente nell’aver sostanzialmente azzerato l’apporto organizzativo -chè in casa propria non si dovrebbe forse mai delegare per intero- concordo con le tue osservazioni circa
-l’assenza di produttori di altre nazioni che potessero raccontarci la loro esperienza enoica e sopratutto la percezione presso i loro “bacini d’utenza” nei confronti del rosato
-la potenziale difficoltà di “ascoltare” la platea per provare a rispondere agli interrogativi sul mondo del vino rosa (sempre che il convegno di questa edizione non riservi sorprese rispetto a quello dello scorso anno)
-la mancanza di un maggior approfondimento degustativo, attraverso eventi dedicati al confronto interno di singole zone, magari proposti tramite prenotazione o sotto forma di eventi-stampa.
Intanto, posso comunque dire, mi pare che il numero delle aziende partecipanti sia anche per quest’edizione di tutto rispetto, con l’organizzazione che mostra una maggiore ad evitare gli orari soggetti alla ferocia del caldo.
Insomma, qulache passo verso il miglioramento mi pare si sia fatto.
Non escludiamo che sia l’inizio di un percorso verso la costruzione di un evento davvero internazionale.
Beh, se i passi avanti sono “il numero delle aziende partecipanti” e il fatto di non degustare a mezzogiorno con 35 gradi… Non è che ci si sia messi in discussione più di tanto. Per il non escludere “che sia l’inizio di un percorso verso la costruzione di un evento davvero internazionale” personalmente, con queste premesse, mi sento di escluderlo. Grazie per il tuo intervento, che chiarisce il coinvolgimento marginale o addirittura nullo del Consorzio.
riservandomi di dire presto – altrove – quello che penso non della seconda edizione della manifestazione, ma dei comportamenti dei suoi organizzatori, voglio solo rilevare, per ora, la loro democraticità e l’indubbia apertura al dialogo. Hai fatto (ho fatto) delle critiche (costruttive) alla prima edizione dell’Italia in rosa? Bene, allora non ti si invita, che é scelta legittima, perché ognuno é libero di invitare chi vuole, ma non ti si manda nemmeno uno straccio di comunicato stampa sulla manifestazione. Che é comportamento che lascio a voi commentare…
Concordo con te Franco, effettivamente pare proprio una presa per i fondelli e questo non va bene.
Come consigliere del Consorzio Garda Classico mi sento di dire che il Consorzio ha sicuramente delle responsabilità nei confronti di questa manifestazione . Sarebbe inutile elencare le mille giustificazioni provenienti da problematiche di retroscena organizzativo di Italia in Rosa . Certo è, che dovremmo convogliare la nostra attenzione su pochi avvenimenti durante l\’anno, ma ben curati e ben finalizzati . Quì in Valtènesi , con la presenza del turismo, ogni giunta comunale durante il periodo estivo organizza almeno una importante manifestazione, alla quale si chiede la partecipazione del Consorzio (e così anche a Moniga) .Per questo noi li ringraziamo anche se il problema è che non riusciamo a far fronte, logisticamente, a tutte queste iniziative. Sarebbe poco diplomatico non parteciparvi perchè è il nostro territorio , viceversa dobbiamo scendere a piccoli compromessi perchè non ci è possibile dedicare la giusta attenzione per mancanza di risorse umane. Siamo produttori e non organizzatori di eventi .
Stiamo a vedere cosa succederà quest\’anno , la fiducia è stata consegnata , ormai, nelle mani di Bruno Donati. Il giudizio a fine lavori.
Franco nel giro di pochi giorni arriverranno gli inviti ai giornalisti per la partecipazione ad Italia in Rosa . Sono sicura che lei sarà tra quelli , ci teniamo particolarmente alla sua presenza.
Sempre per problemi organizzativi siamo in ritardo anche sul comunicato definitivo della manifestazione, abbiamo dovuto apportare delle importanti modifiche rispetto alla stesura del primo .
Sicuramente qualche piccolo equivoco e disattenzione ci sono stati.
Ci vediamo a Moniga.
cristina
cara Cristina, come ho già detto al gentile Presidente del Consorzio Bonomo, quando si vogliono fare le cose seriamente e ci si vuole assicurare la presenza di qualche persona (giornalista o produttore o operatore) cui si dice di tenere particolarmente non la si avvisa in zona Cesarini, dieci giorni prima dello svolgimento della manifestazione, ma lungo tempo prima, come accadde nel mio caso lo scorso anno. E come accade con le manifestazioni organizzate bene dove si viene invitati a tempo debito non all’ultimo momento. Essendo già impegnato, in una manifestazione cui sono stato invitato due mesi orsono, non potrò giocoforza essere presente ad Italia in rosa, rassegna alla quale mi ero dichiarato disposto a dare una mano, per alcuni aspetti legati alla presenza di produttori esteri, in un articolo pubblicato lo scorso anno, articolo che, evidentemente, qualche personaggio non ha gradito e digerito. Problemi suoi… Cordialità
Franco mi sento di dirle che in questo caso ha pienamente ragione e che il Consorzio ha peccato di negligenza.
Spero che questo ci serva di lezione .
Non mi sento di fare altre polemiche in quanto non conosco tutti i retroscena , anche se, da qualche chiacchiera di corridoio ho appreso delle “cosucce” che hanno a che fare con degli stupidi personalismi a discapito di una manifestazione costosa, impegnata al rilancio del territorio.
Mi piace pensare che sia stato tutto un equivoco ma comprendo pienamente il suo disappunto.
Cari saluti e a prestissimo.