Il nostro Vinitaly

A distanza di due mesi eccomi a raccontare il nostro Vinitaly. Infatti quest’anno per la prima volta ho deciso di far partecipare le aziende che seguo nel progetto TerraUomoCielo a quello che è considerato uno dei tre eventi più importanti del mondo vinicolo.

vinit09A prescindere dalle polemiche che hanno anticipato e seguito l’evento, relativamente ad altre manifestazioni che si sono svolte nello stesso periodo, posso dire con certezza che nel nostro caso, sia stato un vero successo. Unendo le forze tra Colline della Stella e Camossi, abbiamo preso “ben” 16 metri quadri di stand all’interno dello spazio riservato alla Franciacorta, spazio nel quale purtroppo non abbiamo potuto esporre i vini di Cantrina. Ho detto esporre, in quanto essendo lo spazio oltre che delle aziende anche del progetto, abbiamo potuto far degustare a clienti ed amici anche i vini di Cristina e Diego che “abbiamo tenuto sottobanco”.

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Certo, il nostro spazio non è stato di certo preso di mira dalla massa, in quanto i nomi delle aziende non producono l’eco della “Milano da bere”. La nostra partecipazione è stata annunciata con un comunicato stampa, inviato a chi di dovere, solamente tre giorni prima dell’inizio della manifestazione in quanto nei giorni precedenti mi trovavo negli Stati Uniti. Mi rendo conto che i giornalisti in quel periodo siano subissati da cose del genere ma del resto non ho potuto farci nulla, anzi devo ringraziare la cara amica Francesca, indispensabile nell’aiutarmi a mettere assieme quelle “quattro righe”. Cinque giorni davvero frenetici, cadenzati da un incredibile afflusso di persone. Molti giornalisti tra cui alcuni amici come Francesco Falcone e Jeremy Parzen, nella foto con Andrea Arici e il professor Attilio Scienza, una moltitudine di ristoratori quasi sempre accompagnati da quelli che definisco i Comunicatori (lo so, devo ancora aggiornare la pagina relativa su questo blog) cioè coloro che hanno scelto di credere in questo progetto e nelle sue aziende, una scelta determinata dalla conoscenza del vino e dalla passione che li contraddistingue dalla massa.

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Nicola Chiavegato responsabile per la zona di Verona, Matteo Lazzari e Franco Ceranto per Vicenza, Beppe Gastaldi Danilo Donati e Mauro Begni per Brescia e Bergamo, Carlo Gola per Mantova, Roberto Conte per Treviso e Venezia, Adriano Azzarri per Firenze, Adriano Mellano per Cuneo, i fratelli Bonato per la zona di Udine, i fratelli Torri per Parma Modena e Reggio, Maurizio Cavalli per tutta l’Emilia Romagna, si sono impegnati, chi più chi meno ma tutti con grande entusiasmo, nel portare a conoscenza l’essenza di questo progetto a quella parte di ristorazione consapevole e ancora smaniosa di mettersi in discussione e di scoprire cose nuove, nel nome dell’agricoltura enoica. E’ a queste persone che va il mio più grande ringraziamento, è anche a loro che si deve riconoscere il successo di questo progetto. Per il prossimo anno stiamo cercando di attuare una formula che possa permettere anche a Cantrina, e probabilmente ad un’altra azienda che verrà, di poter essere presenti in prima persona nello stand di TerraUomoCielo per comunicare insieme il linguaggio della Terra dell’Uomo e del Cielo presente nelle loro uniche produzioni.


4 risposte a "Il nostro Vinitaly"

  1. Tra i visitatori c’ero anch’io e se devo ricordare delli immagini felici, vini a parte, che ben rappresentavano la spirito di quella presenza non posso che citare le espressioni di Andrea Arici e dei fratelli Camossi, in bilico tra soddisfazione e sorpresa, tra giusto riconoscimento alle fatiche profuse nel progetto e sincera incredulità per il numero di visitatori sin dal primo giorno. Ed è in quelle espressioni, lontane anni luce dalla sufficenza di “standisti” ormai avvezzi al successo e al pubblico e incondizionato plauso, che si colgono a mio avviso i tratti fondanti di TerraUomoCielo che resta, giustamente, un progetto fatto di persone, di luoghi, di semplicità nel senso bello del termine. Leggo in questi giorni una copia di Vino al Vino di Mario Soldati, trovata in una libreria antiquaria nel cuore di Brescia, e mi beo di come alcune affermazioni siano più che mai attuali e possibili, nonostante gli sforzi di chi, grandi mezzi a disposizione, vede il vino pressoché unicamente come merce da collocare, al pari di bulloni,dadi e cianfrusaglie assortite. Avanti così.

  2. Dici bene Carlos, immagini felici ma estremamente sorprese quelle dei “miei” contadini. Come non ricordare che ogni istante di rilassamento era per loro un momento di fuga, più che giustificato, da quello stand. Saranno gli uomini a segnare un solco profondo nel successo di questo progetto. Sarà la loro cultura da salvaguardare il carburante del mio operato. Grazie!

  3. Grazie Giovanni per aver ricordato la bella esperienza di Verona .
    Ringrazio tutti gli amici che sono venuti a trovarci .
    Mi scuso ancora se il mio “banchettino ” era il più disordinato di tutta la fiera ………….. daltronde, si è capito in queste occasioni sono un po’ come il pesce fuor d’ acqua , o meglio il viticoltore fuori dalla sua vigna.

  4. Andrea, solo in casi eccezionali come questo ti porto via dalla tua vigna. La tua sofferenza è palpabile! Il prossimo anno metteremo regole ferree per l’ordine del banchettino… Tutto sommato sei stato bravissimo a sopportare quel “marasma” quotidiano.

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